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Piani di rientro: nel Lazio tagli del 4% alla sanità privata PDF Stampa E-mail
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Martedì 01 Giugno 2010 15:30

di Bartoloni (da Il Sole-24 Ore)


Dodici decreti commissariali zeppi di tagli " lacrime e sangue" e risparmi per convincere il governo a sbloccare i fondi Fas e scongiurare così la stangata fiscale per cittadini e imprese del Lazio.


Ieri Renata Polverini ha svelato il suo piano - «la mia rivoluzione sanitaria» - per mantenere a galla la regione che rischia di affondare sotto il peso di un disavanzo di 1,6 miliardi. Alcuni ingredienti erano noti, altri meno: sono innanzitutto confermate le sforbiciate del 4% sul budget 2010 per tutte le strutture private accreditate e del 10% per quelle che trattano la riabilitazione.....

Saranno, invece, 2492 i posti letto ospedalieri da riconvertire in servizi sul territorio: nel mirino, in particolare, 10 ospedali (Ceccano, Rocca Priora, Zagarolo, Cpo di Ostia, Ariccia, Sezze, Gaeta, Montefiascone, Ronciglione e Amatrice) che saranno «disattivati» per diventare presidi di assistenza distrettuale. Nel menù anche misure per la centralizzazione degli acquisti delle Asl, un taglio secco di 100 milioni per il Policlinico Gemelli (il finanziamento massimo scende da 610 a 510 milioni), l'istituzione di un nucleo di controllo e ispezione per tenere meglio a bada i conti degli ospedali e la revisione delle tariffe delle prestazioni specialistiche e di laboratorio d'analisi. In più la sanità regionale sarà ridisegnata in quattro macro-aree: ognuna dovrà essere autosufficiente garantendo tutte le cure, da quelle base a quelle specialistiche, ai cittadini di quella zona.


«Abbiamo consegnato tutto quello che ci era stato richiesto -ha detto la Polverini -larisposta del governo non sarà immediata, si tratta di un piano complesso che getta le basi di un processo virtuoso, programmando interventi che incidono sia sul settore privato che su quello pubblico». "Tagli e sacrifici" per tutti - è il mantra ripetuto alla regione- che potrebbero non bastare a convincere i tecnici dell'Economia che non risponderanno prima della prossima settimana. La corsa contro il tempo del governatore potrebbe rivelarsi, infatti, vana: le misure arrivano in extremis e le prime reazioni ieri (non erano comunque previsti incontri a via XX Settembre) sembrano piuttosto "fredde". Il pericolo di un rialzo delle addizionali non è, dunque, affatto scampato. Una minaccia che il Lazio condivide con Campania, Calabria e Molise. Anche i governatori delle altre tre regioni che hanno i conti della sanità in rosso sono all'opera sui rispettivi piani di rientro dal deficit: l'obiettivo è quello di dare vita, entro l'estate, a piani aggiuntivi per produrre maggiori risparmi dopo che il governo ha "stoppato" i Fas, i Fondi per le aree depresse, per coprire i buchi della sanità.


La Calabria, la Regione più a rischio, è sotto di 1 miliardo sul 2009, cifra che raddoppia se sommata al deficit accumulato negli anni: il neogovernatore Giuseppe Scopelliti e la sua giunta hanno esaminato proprio nei giorni scorsi una serie di provvedimenti per favorire nuovi risparmi. Al Molise servono 69 milioni per ripianare il deficit fino al 2009. La Campania ha bisogno di mezzo miliardo. L'unica soluzione è dunque quella di lavorare alla produzione di misure aggiuntive per ottenere altri risparmi, ma poi- questa è l'opinione diffusa - servirà un intervento del governo. Anche perché gli stessi paventati aumenti di Irap e addizionale Irpef da soli non bastano a rimettere i conti in carreggiata.


La palla passa dunque al governo che, al di là delle valutazioni tecniche, dovrà ora decidere se "benedire" impopolari stangate fiscali locali da aggiungere ai sacrifici richiesti dalla manovra.

 

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